Dopo il 25 Aprile, ai molti giovani di buone intenzioni

Ci sono ragioni comprensibili per cui l’anniversario della liberazione sia ormai partecipazione di pochi: è difficile sentirsi coinvolti in eventi lontani da noi nel tempo. Per i più giovani, soprattutto, il fascismo è racconto, storia antica come quella dell’impero romano.

Tuttavia esortare all’esame della storia serve per conservarne i valori. Benché nati lontani da dittature e violenze, e pur senza essere eroi, possiamo essere, prendendo a modello i grandi della storia, partecipi e responsabili della nostra comunità attraverso l’impegno e l’attenzione alla legalità.

È fondamentale, nel nostro quotidiano, contrastare le piccole e bieche pretese di chi non ha meriti, competenze e morale e che con l’inganno ed il ricatto occupa spazi destinati ai capaci e ai virtuosi.

Fortunatamente non sono armi distruttive quelle che ci consentono di proteggere, per noi, i diritti di tutti, ma sono la comunicazione corretta contro la finzione, la riflessione motivata contro il dibattere scriteriato, chiassoso e volgare; la denuncia motivata e fondata contro chi toglie l’opportunità a chi invece le sa generare in un ufficio, in un Ente, in un’impresa; la rinuncia agli scambi di favori che limitano risorse a scuole e asili.

Forse, fortunatamente, le dittature sono ancora lontane; tuttavia, qui ed ora, cultura sapere ed impegno, sono gli strumenti per garantire che non si avvicinino a noi.

 

La lista PD.