Comunicato stampa di Angelo Bergomi sul nuovo Piano Cave provinciale

Gentile concittadina/o,

Di seguito riportiamo il comunicato stampa del responsabile provinciale all’Ambiente del Partito Democratico riguardo al nuovo Piano Cave provinciale.

Come dichiarato anche nel documento votato dalla direzione provinciale del PD alcuni aspetti positivi del piano andrebbero ulteriormente incentivati a partire da due aspetti:

  1. ridimensionamento del fabbisogno complessivo di 51 milioni di metri cubi. Lo dimostra il dato del cavato dal 2005 al 2018: 35 milioni di metri cubi cavati sui 70 milioni approvati nel 2005 ci dicono che l’esigenza decennale bresciana non può essere quella stimata nell’attuale proposta di piano
  2.  Il dato dei volumi ottenibili da fonti alternative è troppo limitato. Sono decine gli impianti sul territorio provinciale autorizzati al recupero di rifiuti inerti, impianti di proprietà principalmente di cavatori, peraltro: il Piano Cave è una imperdibile occasione per avviare concretamente la filiera del recupero come previsto dalle recenti normative in tema di economia circolare.

Si vedano gli esempi virtuosi di altri territori: il Piano Cave di Mantova appena approvato dalla giunta regionale lombarda, ad esempio, ha effettuato il calcolo dei fabbisogni in maniera molto più stringente e di fronte all’oggettività dei dati anche il comparto si è adeguato. Perchè anche a Brescia non è possibile attivare una sinergia di questo tipo evitando di penalizzare i territori? Tra Montirone, Ghedi, Montichiari, Castenedolo, Rezzato, il parco delle cave della città di Brescia e Rovato il nuovo piano cala volumetrie che determinerebbero lo sfruttamento dei territori per i prossimi 40 anni.
Mi auguro che la Provincia ascolti le voci dei territori come ha fatto sul recente tema del servizio idrico nella zona del Garda e sappia licenziare un piano cave davvero innovativo. Gli spazi per poterlo fare ci sono.

Fonte: BSNews